venerdì 15 ottobre 2010

Il dodicesimo piano quinquennale e lo sviluppo economico

La quinta sessione plenaria del diciassettesimo comitato centrale del PCC (partito comunista cinese) è stata accordata per un periodo che va da oggi al 18 ottobre, e si aprirà a Pechino. Si concentrerà su una discussione attenente il dodicesimo piano quinquennale di sviluppo economico e sociale. Le conferenze delle autorità centrali del PCC tenute il 22 luglio e il 28 settembre hanno stabilito i punti principali dell'agenda e le date della conferenza di oggi. Si è inoltre discusso su quali documenti fossero da esaminare nella sessione.


fonte: http://news.sina.com.cn/c/2010-10-15/000721277395.shtml
Preparazione e contesto del 12° piano quinquennale

Le sessioni plenarie, nella storia del partito, sono solitamente molto significative. Da pochi anni a questa parte, con riunioni atte a stabilire le date di questa conferenza e il contesto della sessione plenaria, il partito ha discusso dello sviluppo tecnologico, di rafforzare l'abilità nel governare e di costruire una società armoniosa in senso socialista, attraverso una serie di importanti strategie e provvedimenti concreti. La conferenza farà luce sul percorso e le prospettive di sviluppo economico e sociale e della qualità della vita, con un naturalmente alto livello di attenzione.

Il 9 Settembre si era iniziato a stabilire quelle le priorità, dalle qualsi non si può prescindere per la costruzione del "
presente" e del "futuro".

Da settembre in poi, il segretario generale del PCC, il Presidente della commissione militare centrale Hu Jintao e il comitato permanente del partito hanno scelto di andare sul posto a controllare e verificare il mosaico di situazioni in tutte le varie province (Guangdong, Heilongjiang, Ningxia, Xinjiang, ecc...). Il contenuto di questa ricerca ha riguardato i sostanziali progressi nello sviluppo economico e sociale, nel miglioramento della qualità della vita, nelle riforme importanti in vari settori e in molti altri aspetti.

Stando a queste analisi, comprendere la situazione reale e le necessità della popolazione sarà di grande aiuto per giungere ad importanti provvedimenti nella quinta sessione plenaria. Nel frattempo si è sottolineata l'importanza del raggiungimento di tutti gli obiettivi delle autorità centrali, e nella formulazione del dodicesimo piano quinquennale, la determinazione e la fiducia nella strategia dei "tre passi" sulla promozione della modernizzazione.




Aspettative e reazioni dei media cinesi

Recentemente, i principali media cinesi, hanno riposto le loro speranze su questo dodicesimo piano quinquennale , alla luce dei cambiamenti avvenuti con quello precedente.

Un articolo dell'agenzia Xinhua ha affermato: 

"L'undicesimo piano quinquennale è stato per la Cina uno straordinario piano economico e sociale. In questi 5 anni, la Cina ha resistito alla crisi finanziaria internazionale, al terremoto di Wenchuan e a tutta una serie concentrata di sfide raramente successe nella storia, mantenendo uno sviluppo economico diretto e relativamente veloce. La qualità di vita migliora ininterrottamente. Anche la ricostruzione ha ottenuto progressi sostanziali. In generale, il piano precedente costituisce una base di partenza solida per la realizzazione del dodicesimo piano quinquennale."
China news ha ammesso che: 
"cinque anni fa, termini come "sviluppo tecnologico" e "metodi di sviluppo per la trasformazione economica" erano già apparsi nell'undicesimo piano quinquennale. Oggi, il completamento di questa trasformazione diventa ancora più urgente, infatti ci vorrebbero dei progressi di svolta per affrontare ancora enormi difficoltà e sfide ancora più complicate. Generalmente, gli osservatori ritengono che la Cina stia entrando in una terza fase di trasformazione sociale, dopo una prima trasformazione istituzionale avvenuta negli anni '50 e una seconda trasformazione, di carattere economico, negli anni '80."
Anche Hong Kong e Taiwan hanno mostrato profonda attenzione a riguardo. L'opinione pubblica di Taiwan si aspetta molto da questo piano quinquennale. Il "Business Times" ("Gongshang Shibao") ha pubblicato qualche giorno fa un editoriale che affermava: 
"nella nostra prospettiva, a Taiwan, speriamo che il sistema economico della Cina Popolare potrà subire profonde trasformazioni e un importante rinnovamento, creando opportunità per un ulteriore miglioramento e intensificazione della cooperazione economica e commerciale."

Limiti potenziali delle nuove scelte economiche:
crescita dei salari e problema di monopolio


Ad ogni modo, gli economisti di Citygroup ritengono che sarà difficile per l'economia cinese ripetere, nei prossimi cinque anni, una crescita del PIL dell'11%. Sarà invece più verosimile una crescita attestata al 7%. La Bank of America Merril Lynch prevede invece invece una crescita fra 8 e 8.5%.

La crescita economica cinese, nei prossimi 5 anni, dovrà fare i conti con l'invecchiamento della popolazione e l'aumento degli stipendi. Come afferma Ting Lu, economista della BofA Merril Lynch, l'aumento salariale si diffonderà a partire e con il modello delle aziende delle province orientali.

All'inizio dello scorso mese, per esempio, la Foxconn ha alzato gli stipendi del 66% nella propria fabbrica di Shenzhen, come conseguenza, c'è da dire, di una serie di suicidi (almeno ben pubblicizzata). 
Più in generale i media cinesi hanno sottolineato un sensibile aumento dei salari (dal 5 al 27%) in diverse zone della Cina.

Secondo Ting Lu, "finora, la crescita dei salari in Cina non è stata tale da spingere le [fabbriche] a cambiare paese. ... ma detto rischio, comunque fra molti anni, è possibile".
Qualcuno altro afferma ancora che, quando le aziende manifatturiere si saranno spostate dalle province orientali a quelle occidentali (meno sviluppate) per continuare a contenere i costi, le province orientali e costiere si trasformeranno in centri d'affari e di servizi.

Una delle priorità è certamente aumentare il consumo interno. 
Riguardo questo, Chenggang Xu, professore della facoltà di economia dell'Università di Hong Kong, ha individuato uno dei maggiori ostacoli alla crescita della spesa dei consumatori nella mancanza di un adeguato sistema di sicurezza sociale: infatti, senza di questo, la gente tende a risparmiare, in vista del pensionamento o di una possibile perdita del lavoro.

Xu ha accusato una lenta crescita della domanda in Cina, che poggia più che altro su una struttura industriale "monopolistica", affermando che il costo relativamente elevato dei terreni e degli affitti pagati dalle piccole imprese le mette in una posizione di svantaggio rispetto alle imprese di proprietà statale, che invece dominano gran parte dei settori.
"Con uno sguardo alla tendenza generale, i cinesi hanno sperimentato trent'anni di riforme. Nei primi 20 anni c'è stata una crescita veloce delle piccole imprese, ma negli ultimi 10 anni, il numero delle piccole imprese si è ridotto notevolmente."  
Xu cita, come esempi di monopolio, i settori di energia e telecomunicazioni: 
"Da un lato, la Cina possiede il più grande mercato delle telecomunicazioni in tutto il mondo (oltre 800 milioni di abbonati nella sola telefonia mobile), dall'altro questo mercato è monopolizzato". A questo va aggiunto il fatto che la telefonia mobile, in Cina, non è a basso prezzo, a dispetto della sua scala di diffusione. Questo non è dovuto ai costi di lavoro e dell'impianto di telecomunicazioni (che non sono elevati), ma al monopolio." 
Per Xu, creare un ambiente più favorevole alle piccole imprese è dunque una riforma necessaria in Cina.


1 commento:

  1. La Cina ha veramente saputo in questi anni ribaltare molti luoghi comuni proponendosi anche agli occhi dei più distratti come polo di sviluppo economico prorompente. Che ancora la Cina forte di questi successi possa adesso riproporsi come territorio per la realizzazione di modelli socio-economici di tipo socialista risulta ancora più sorprendente. C'è da augurarsi che questo tentativo non si traduca in pura attività propagandistica.

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