martedì 12 ottobre 2010

Shenzhen, tentativi di contrattazione sindacale

La Cina meridionale, ed in particolare la provincia del Guangdong, presenta una imponente presenza industriale. Non è un caso che qui si sono intensificati scioperi e generate proteste: la prossimità di Hong Kong, la vivace scena commerciale ed industriale della zona, ma soprattutto l'istituzione di zone economiche speciali (ZES) sono fra i fattori indiretti che hanno portato a questa situazione.
Fra le prime ZES, sintomatica fu la scelta di Shenzhen, vicina al delta del Zhujiang (Pearl river). La città guarda alla vicinissima Hong Kong con ammirazione e aria di sfida.
Nel corso di quest'anno, in una situazione che ha spinto al suicidio ben dieci operai della Foxconn, le autorità stanno (seppur lentamente) iniziando a muoversi: Shenzhen può diventare un fondamentale banco di prova in materia di contrattazione sindacale.

Shenzhen sta formulando nuove regole nei rapporti di lavoro, e da più di 10 anni sta provando ad attuare un sistema di contratti collettivi di lavoro. La revisione della legge sindacale sarà introdotta nella seconda metà del 2011, per cui i lavoratori di tutto il paese sperano che si rafforzi il ruolo delle organizzazioni sindacali nell'ambito di questi contratti. Fra la primavera e l'estate del 2010, dopo gli episodi di suicidio alla Foxconn, continuano a verificarsi scioperi nella zona del delta del Zhujiang. 
Ad Agosto, la confindustria di Hong Kong ha ammesso che ci sono stati scioperi nel 15% delle imprese della zona, con nuove dispute sul lavoro dettate dalla speranza di aumenti salariali. Nello stesso mese, il comitato permanente del Congresso Municipale del Popolo della città di Shenzhen e quello del Congresso della provincia del Guangdong hanno annunciato due proposte di legge locali sui rapporti di lavoro; un'ordinanza sui contratti di lavoro collettivi nella zona economica speciale di Shenzhen" e  un'ordinanza per una democratica gestione delle imprese.
Una parte delle imprese a capitale giapponese e di Hong Kong contattate da un giornalista di Caijing ("Finanza") si è opposta in modo deciso a queste proposte.
Non mancano posizioni fuori dal coro: fra i rappresentanti dell'associazione per la promozione commerciale sino-giapponese a Canton, il direttore generale Wang Tian Guanghong ha puntualizzato: abbiamo bisogno di queste proposte per mettere un freno a scioperi e lunghi negoziati, siamo contrari soltanto ad una parte del contenuto di tali proposte. Per contro, anche parte delle aziende di Hong Kong è contraria alle norme sopracitate, preoccupate dai costi che comporterebbero.
Sotto pressione, la provincia del Guangdong aveva allungato i tempi del processo legislativo che ha portato all'ordinanza per una democratica gestione delle imprese; dall'altra parte, la città di Shenzhen non ha avuto alcun ritardo e il 26 settembre la sua proposta è stata approvata in seconda delibera. Uno dei membri del comitato ha affermato: "se non ci saranno imprevisti, a novembre ci sarà la terza delibera."
L'ordinanza sui contratti di lavoro collettivi nella Zona Economica speciale di Shenzhen 
 Nei 65 punti del testo del documento, 62 si rifanno al pensiero e alle proposte della comunità, e potranno essere riformulate o modificate. Secondo i regolamenti della proposta nelle aziende con più di mille unità, un quinto dei lavoratori potrà avanzare delle richieste all'associazione sindacale dell'impresa, che a sua volta deve prontamente presentare la posizione al datore di lavoro e avviare un contratto collettivo. Dopo la risposta del datore di lavoro, si concorda una data per aprire i negoziati sul contenuto della contratto. Nel processo successivo (con la presenza di terzi) alla discussione sui contratti collettivi, entrambe le parti non autorizzeranno scioperi, serrate o altre azioni di questo tipo. Le due parti devono discutere su un accordo e arrivare alla conclusione.
In caso contrario, dei terzi dovranno continuare a mediare verso l'applicazione del contratto di lavoro ed avanzare una proposta che deve essere discussa dalle due parti.                                Se anche la mediazione fallisce, le due parti si accordano per un'altra data in cui ricominciare le discussioni. Nel caso in cui il processo entrasse in un vicolo cieco, e fosse impossibile raggiungere un compromesso, le due parti possono ottenere la mediazione di un'apposita assemblea sia a livello di città che a livello di distretto. Esse devono essere presenti in ogni distretto di Shenzhen e si devono occupare di risorse umane e sicurezza sociale. In caso di ulteriore fallimento, le discussioni sui contratti si fermano.
Inoltre, secondo le norme della proposta, nel processo di mediazione l'apposita assemblea dovrà dar vita a dei sottogruppi entro 5 giorni, e le proposte da essi avanzate dovranno essere già poste in stato di discussione fra rappresentanti di lavoratori e datori di lavoro. 
L'intero processo di mediazione deve essere completato entro un mese. Qualora non fosse completato e le proposte dei gruppi di mediazione non fossero state accettate, le proposte di mediazione saranno soggette a votazione da parte di un'assemblea di rappresentanti dei lavoratori: in caso di esito positivo le soluzioni devono essere accettate, in caso di esito negativo le discussioni a riguardo terminano.[...]
Oltre agli stipendi, ci sono molti altri problemi che riguardano i rapporti di lavoro, per esempio condizioni di lavoro, vantaggi, trattamento distinto per le lavoratrici donne, ma nel concetto di negoziazione collettiva sullo stipendio i sopracitati problemi non sono coperti. Tuttavia, nella proposta sono inseriti punti che lasciano spazio all'aggiornamento di norme sui diritti dei lavoratori, per esempio su sicurezza e assistenza sanitaria per i lavoratori, orari di lavoro, stabilità, periodi di riposo e ferie, assicurazione e vantaggi complementari, formazione del personale e altro.
La norma sullo stipendio minimo al 50% della media sociale
Nella parte del testo che sollecita ulteriori interventi e aggiornamenti, è inserita anche una norma per cui, qualora gli stipendi dei lavoratori non superino il 50% di quello medio, i sindacati a livelli più alti possono intervenire direttamente e avviare le contrattazioni con l'azienda. Liu Shuguang ha spiegato: "le ricerche della Banca Mondiale hanno svelato che gli stipendi più bassi nei paesi sviluppati si assestano pressappoco sul 50% della media sociale. Non so se il governo continuerà a mediare tenendo presente questo standard, ma questa tendenza è confermata dalle statistiche. Nella situazione attuale le associazioni sindacali sono ancora deboli, e il loro effetto nei confronti delle organizzazioni dei lavoratori di lavoro è scarso. Certamente, in futuro, avranno la forza necessaria per costringere le imprese ad aprire contrattazioni sindacali. I tempi non sono ancora maturi per la contrattazione sindacale ad alti livelli"
Nel 2010, gli stipendi medi dei cittadini di Shenzhen non superano i 4000 Yuan (più o meno 400 euro). Fra questi, più della metà superano i 1900 yuan, ma nonostante questo viene preso come punto di riferimento lo stipendo più basso nelle fabbriche, vale a dire 1100 yuan, equivalente soltanto al 28% di uno stipendio medio a Shenzhen.
Dunque, se le proposte sopracitate stanno incontrando un faticoso processo di realizzazione, le imprese forse opporranno forti resistenze in fase di contrattazione. Secondo i dati della confindustria di Hong Kong, il 33% delle imprese ha ammesso che non può disporre un aumento degli stipendi superiore al 5%. Per questo motivo, le imprese, attraverso una consultazione collettiva, richiederanno l'abrogazione delle suddette disoposizioni, altrimenti diverse imprese chiuderanno. Anche le forze sociali dei lavoratori non mostrano particolare approvazione per queste disposizioni: nell'ufficio legale Laowei, l'avvocato Duan Yi, che ha trattato più di tremila casi di conflitti lavorativi, ha ammesso:" l'esistenza di regole su una linea fissa di stipendio, ai fini della contrattazione sindacale non sono importanti, ciò che è importante è garantire i diritti fondamentali dei lavoratori."
Nella delibera del 26 settembre le disposizioni sullo stipendio minimo al 50% della media sociale  sono state già cancellate.

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