lunedì 18 ottobre 2010

Le polemiche sul Nobel per la Pace a Liu Xiaobo

Tento, in questo articolo, una breve analisi complessiva delle posizioni pro e contro l'assegnazione del Nobel per la Pace a Liu Xiaobo. La situazione è resa ancora più delicata dall'importanza di questi giorni a livello politico per la Cina.
I politici si stanno riunendo infatti per l'elaborazione del dodicesimo piano quinquennale
Molte speranze sono riposte su tale Piano: in molti si aspettano che questo non si limiti soltanto a supportare lo sviluppo economico, ma dia anche avvio ad importanti riforme a livello politico e a livello di censura, aspettative che traggono la propria forza anche dalle parole di Wen Jiabao, disponibile ad importanti riforme.
Tornando a Liu Xiaobo, i media cinesi muovono critiche pesanti nei confronti di un premio considerato ad oggi come "espressione di precise volontà politiche", atto aggressivo nei confronti dell'unità nazionale:
100 anni fa, Alfred Nobel, nel suo testamento, ha fatto menzione di tre criteri. Vincitori del premio  devono essere coloro che si muovono per la promozione dell'amicizia fra le nazioni, la promozione del disarmo, l'armonia fra i popoli, o coloro che danno il maggiore contributo nelle conferenze per la pace. Il motivo è che, nell'assegnazione, il comitato  ha trasferito il punto di vista politico dei suoi membri al premio stesso, sviandolo dalle volontà di Alfred Nobel. Questi 3 criteri rappresentano il desiderio di pace del signor Nobel. Infatti sul premio sono incise le parole "per la pace e la fratellanza nel mondo.
Come l'avvocato norvegese Heffer Meyer, dopo le sue ricerche, ha ribadito in un'intervista ai media,  il premio a Liu Xiaobo non si adegua ai principi del Nobel: Liu Xiaobo ha affermato: "La Cina dovrebbe essere un territorio coloniale per altri 300 anni" e "La Cina dovrebbe essere divisa in 18 stati". Dunque non è assolutamente possibile considerare Liu Xiaobo come un "soldato della pace", quando in realtà è un criminale colpevole di "incitamento a sovvertire il potere dello Stato".
Nobel, nel suo testamento, ha chiesto al governo norvegese di nominare 5 membri responsabili di selezione e assegnazione del Nobel per la pace, ma ciò che interessava maggiormente al parlamento norvegese era la fama del premio: per cercare di accontentare tutti i partiti e le correnti, si sono distribuiti i posti al comitato del Nobel, un posto per ognuno dei 5 più grandi partiti al parlamento, posti condivisi fra 5 politici di alto rango.
Una distribuzione dei seggi di questo tipo fa diventare, nei fatti, il nobel per la pace un premio assegnato dal parlamento norvegese. Ovviamente, i membri del comitato del Nobel, hanno una precisa caratteristica: per la maggior parte sono personaggi della vecchia politica norvegese; hanno pensiero, ideali e valori modellati sul contrasto "Oriente-Occidente" tipico della Guerra Fredda, e sono abituati add osservare il mondo secondo decisi preconcetti politici. Costoro violano quel concetto di pace che dovrebbe essere promossa da un premio come il Nobel. Hanno pregiudizi ben radicati contro i cambiamenti della più recente situazione internazionale ed in particolare contro i paesi che stanno avendo un rapido sviluppo, come la Cina.
Questa "squadra", che ha composto il comitato per l'assegnazione del Nobel, ha dunque deciso che il nobel per la pace debba avere necessariamente una spinta connotazione ideologica.


Le frasi di Liu Xiaobo citate nell'articolo tradotto (fonte: sinanews) si riferiscono a 22 anni fa, quando, a Hong Kong disse: " Hong Kong ha impiegato 100 anni per diventare quella che è oggi, la Cina è così grande che avrebbe bisogno di essere colonia per 300 anni, e forse non sono neanche abbastanza".

Secondo Xujun Eberlein questa frase va contestualizzata nel 1988 (un anno prima dei fatti di Tien An Men), in un periodo in cui il risentimento degli intellettuali verso il governo era maggiore rispetto ad oggi, inoltre quella di Liu poteva essere semplicemente un'espressione emotiva, per cui non intendeva veramente ciò che aveva detto.
Eberlein, in relazione a quella stessa intervista, ha posto degli esempi di frasi che Liu ha detto ma che non dovevano essere prese per significative del suo pensiero:
"Devo ringraziare molto la Rivoluzione Culturale. Ero ancora un bambino, e potevo fare quello che volevo. I miei genitori stavano facendo la rivoluzione. Non c'erano lezioni. Potevo dunque evitare processi di educazione e fare ciò che volevo, giocare, lottare, vivere felicemente" non significherebbe così che Liu amasse la Rivoluzione CulturaleLa studiosa arriva alla conclusione "pratica" che è importante ciò che Liu ha fatto, non ciò che ha detto.

Altri attaccano Liu Xiaobo per aver "condotto attività di politica interna" 
sponsorizzato da stranieri, un'azione illegale nella maggior parte del mondo. Anche negli Stati Uniti,secondo le norme del FARA ("atto di registrazione degli agenti stranieri") quella di Liu è considerata un'azione illegale.
In queste critiche, Liu Xiaobo è accusato di aver ricevuto circa un milione di dollari dal governo degli Stati Uniti attraverso il NED ("Dotazione nazionale per la democrazia"): nel verdetto della Corte su Liu, a pagina 4, le sezioni 1 e 2 stabiliscono chiaramente il suo stato di "agente segreto" con la prova di sponsorizzazione finanziaria.


Un'altra posizione è quella di un altro famoso dissidente, Wei Jingsheng, che ritiene addirittura troppo "moderata" la posizione di Liu (considerato da lui uno fra gli attivisti disposti a cooperare con il governo cinese).

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