sabato 9 ottobre 2010

Liu Xiaobo e l'opinione pubblica cinese



"Nel 1935 Von Ossietsky ottenne il Nobel, dieci anni dopo cadde il nazismo; nel 1975 fu la volta di Saharov, sedici anni dopo Eltsin dichiarava fuorilegge il partito comunista. E poi Walesa,  che lo ottenne nel 1935, sei anni dopo in Polonia si instaura la democrazia. Nel 2010 Liu Xiaobo ottiene il Nobel per la pace, dunque..."

Dunque... si cerca di capire quale effetto avrà sulla società cinese, una decisione di questo tipo. Mentre il ministro degli esteri cinese protesta contro la Norvegia (che ha già sottolineato l'indipendenza del comitato dai governi nazionali), i canarini di Twitter volano nel vuoto della censura e diffondono messaggi come "il Nobel a un dissidente cinese non è assolutamente una scelta sbagliata". Altri denunciano le difficoltà nel trovare notizie di  Liu Xiaobo con i motori di ricerca e persino l'impossibilità di scrivere il suo nome in un semplice sms.
Dall'altra parte, una posizione opposta può essere ben rappresentata da quest'articolo (tradotto dal portale www.huanqiu.com).
Il nobel per la pace distrugge il suo stesso prestigio
Il comitato del Nobel ha assegnato il nobel per la pace al carcerato Liu Xiaobo.
In Cina il Nobel è fondamentalmente considerato come qualcosa di prestigioso, ma questo "marchio" è stato forzatamente ridotto a merce di contrabbando di ideologie occidentali. Questo premio è stato più volte assegnato ad individui che si opponevano all'Unione Sovietica, compreso colui che l'ha sfasciata direttamente (Gorbacev). Preferenze di questo tipo non tengono conto neanche della fine della guerra fredda e, attraverso premi che screditano la Cina moderna, il Nobel si è inserito nella tendenza ad un atteggiamento paranoico. 

Fino a questo momento, due cinesi hanno ottenuto questo premio: uno è il Dalai Lama, l'altro è Liu Xiaobo. Il primo è un personaggio che rappresenta il "separatismo etnico", l'altro voleva portare in Cina un assetto politico tipicamente occidentale tramite agitazioni, rifuggendo l'attuale legge cinese. Non importa quale sia la prospettiva con la quale questi personaggi vengono visti all'estero, ma senza alcun dubbio entrambi non hanno contribuito alla costruzione dello sviluppo e della pace in Cina, "intaccando" invece, attraverso dimostrazioni di protesta, la società cinese. Si sono uniti ad una propaganda che sfrutta ogni problema complesso del Paese: dare un premio "per la pace" a loro è irrispettoso verso la maggioranza dei cinesi, è la manifestazione arrogante dell'ideologia occidentale messa davanti ai cinesi.

Dato che Rebiya Kadeer, Hu Jia, Wei Jingsheng e altri "dissidenti" erano già inseriti nella lista dei candidati al Nobel, il senso di disapprovazione dei cinesi è stato esasperato. I buoni cinesi dubitano con ragione. Il Nobel per la pace si è ridotto ad asservirsi ai profitti occidentali come mezzo politico. Coloro che hanno deciso così, non vogliono che in Cina ci siano pace e unità, e sperano che la società cinese sprofondi in dispute senza fine attraverso le divisioni politiche, fino a quando il Paese non farà la fine dell'Unione Sovietica. 
Al momento, tutto ciò che possono fare è aprire un buco nella società cinese avvalendosi del Nobel per la pace.[...]
Ogni cinese può percepire l'ostilità di questo modo di fare, ed anche la maggior parte degli occidentali può avvertire che questa storia è stata montata ad hoc, con la differenza che ben maggiore è il grado di esasperazione provato dalla società cinese.



1 commento:

  1. Non ha bisogno di commenti questo articolo, è primo di qualsiasi umanità, dignità, è un attacco senza contraddittorio, non vale nulla, vale solo per quei quattro poveretti che ancora credono che tenere la gente "al guinzaglio" sia la cosa giusta...
    Quando si scrive qualcosa lo si scrive con il cuore e con l'anima, questo sembra scritto da un non essere umano, un'entità aliena, cattiva, priva di qualsiasi forma di umanità ed intelligenza...

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